IL RUOLO DELLA DIETA NEL SEGUIRE LA TERAPIA
Il rapporto tra alimentazione e diabete è particolarmente stretto, soprattutto in quello di tipo 2; si
comprende quindi quanto siano importanti le scelte alimentari con riferimento alla quantità e alla
qualità dei carboidrati contenuti. Il diabete, infatti, si manifesta a causa di un difettoso utilizzo dei
carboidrati da parte di alcuni tessuti (muscoli e tessuto adiposo) seguito dall’aumento dello
zucchero nel sangue (iperglicemia). Ciò avviene quando il pancreas non secerne più insulina
(diabete tipo 1), oppure per altri due motivi nel diabete di tipo 2: a) quando l’insulina prodotta è
insufficiente; b) quando l’insulina pur essendo prodotta in quantità normale non funziona
correttamente per cui il glucosio non riesce a penetrare nei richiamati tessuti (insulinoresistenza). In
parole semplici, un eccessivo consumo di carboidrati determina un aumentato bisogno di insulina
obbligando il pancreas ad una attività maggiore. Se la risposta non è conseguente si determina il
diabete, in altri casi sopravviene il sovrappeso o l’obesità. Il rimedio più efficace in tale situazione
casi è quello di perdere peso ottenendo un miglior compenso glicemico: consigliabile scendere del
5-10% del peso iniziale. L’apporto calorico in un soggetto normopeso si aggirare sui 25-30 kcal per
chilo di peso. Di fronte ad un sovrappeso questo apporto deve essere diminuito in modo che le
necessità energetiche vengano attinte dai grassi di deposito. Considerato che un chilogrammo di
grasso sviluppa circa 7.000 calorie riducendo l’apporto di 400/500 calorie al giorno si può ottenere
una perdita di peso di 2 kg al mese (400-550 per 30 giorni = 12 mila-15 mila kcal). Inoltre, la
perdita di peso può essere determinata da una regolare attività fisica (consigliabile non superare i 4-
5 Kg x mese) con un doppio risultato: aumentare il dispendio energetico e mantenere tonica la
massa muscolare. Conservare questa massa è di particolare importanza poiché previene la
diminuzione del fabbisogno energetico che invece si verifica quando si perde massa magra che si
verifica quando per calare di peso si fa riferimento solo alla restrizione calorica. Ecco perché in
questo caso, pur mantenendo le stesse abitudini alimentari, non si perde più peso. Sia nel diabete di
tipo 1 che di tipo 2 è meglio dare la preferenza agli zuccheri complessi ad assorbimento lento
(amido) piuttosto cha a quelli semplici ad assorbimento rapido (glucosio e saccarosio); nel caso si
mangi qualcosa di realmente dolce è bene consumare della fibra che rallenta l’assorbimento degli
zuccheri. Da tenere presente che un pasto equilibrato deve prevedere il consumo del 50-55% di
carboidrati + 15-20% di proteine di origine animale + 20-25% di grassi, preferibilmente di origine
vegetale. Quanto all’apporto di vitamine e sali minerali, una alimentazione equilibrata tra alimenti
di origine animale ed animale è solitamente in grado di assicurare il necessario fabbisogno
dell’organismo.
Il sistema di scambio fra alimenti ed equivalenti
In una alimentazione corretta devono essere presenti i diversi principi nutritivi secondo proporzioni
predeterminate. Ciò richiede di far ricorso a più alimenti che devono combinarsi tra di loro in modo
che tutti i gruppi, descritti in altro articolo, siano adeguatamente rappresentati. Da tener presente
che ciascun alimento può essere sostituito da uno o più alimenti appartenenti allo stesso gruppo; è
altrettanto possibile la sostituzione fra elementi appartenenti a gruppi diversi purché presentino
contenuti simili di nutrienti (gruppo 3, cereali e derivati – gruppo 4 legumi). Questo perché i vari
cibi di ciascun gruppo possiedono le medesime caratteristiche nutrizionale e, di conseguenza, vi è
un apporto nutrizionale corrispondente. In questo caso ci troviamo di fronte al cosiddetto sistema
dello scambio tra alimenti che consente la pianificazione dei pasti seguendo i propri gusti e il
mantenimento del peso corporeo. Va da sé che per effettuare scambi corretti risulta necessario
conoscere la quantità di ciascun alimento che può essere consumato al posto di un altro adottando il
cosiddetto sistema degli equivalenti dove gli alimenti sono raggruppati in base al loro contenuto di
carboidrati. Al riguardo, non è difficile reperire apposite guide illustrative.