Scompenso cardiaco

Terapia dello scompenso cardiaco cronico

Lo scompenso cardiaco è la più importante causa di ricovero e di morte negli anziani (Arch Intern Med
2004, 164: 709) e richiede una politerapia che comporta un costante monitoraggio della risposta
clinica, della compliance, dei possibili effetti collaterali e delle interazioni tra farmaci usati per
patologie coesistenti (Ann Intern Med 2005, 142: 132 ; Eur J Heart Fail 2005, 7: 710).
Sintomi e stadio di malattia consentono al medico di medicina generale di personalizzare la cura con
interventi non farmacologici e farmacologici a domicilio del paziente.
Interventi non farmacologici
Sintomi e stadi clinici
Farmaci per la cura extraospedaliera
Interventi non farmacologici
Gli interventi non farmacologici per la cura dello scompenso cardiaco comprendono la riduzione
dell’apporto di sodio nella dieta a 5-6 grammi di cloruro di sodio/die (= 2-2,5 gr di Na) limitando il
consumo dei cibi salati, la restrizione idrica a meno di 2 litri di acqua/die soprattutto in caso di
iponatremia, la restrizione calorica e di grassi nella dieta in caso di sovrappeso, la limitazione del
consumo di alcolici, l’astensione dal fumo di tabacco, la pratica regolare di un’attività fisica
compatibile con le condizioni del paziente, il monitoraggio della pressione arteriosa e il trattamento
di un’eventuale sindrome delle apnee notturne associata.
I fattori di rischio per malattia coronarica devono essere trattati in modo aggressivo poiché gli
episodi ischemici e le loro recidive possono determinare un’importante progressione
dell’insufficienza cardiaca.
Il paziente e i suoi familiari devono essere educati a riconoscere i sintomi dell’insufficienza cardiaca
e delle sue riacutizzazioni, a misurare quotidianamente il peso corporeo, a seguire la terapia ed a
sottoporsi ai monitoraggi prescritti.
Sintomi e stadi clinici
I sintomi e segni dell’insufficienza cardiaca si possono suddividere in quelli dipendenti da:
• Insufficienza cardiaca sinistra e stasi polmonare (rantoli polmonari, dispnea da sforzo, spesso
aggravata dalla posizione supina, dispnea parossistica notturna e infine dispnea a riposo, tachipnea,
ecc)
• Insufficienza cardiaca destra e stasi venosa sistemica (edemi periferici, turgore delle vene
giugulari, epatomegalia, ascite, ecc.)
• Ridotta portata cardiaca (astenia, ridotta tolleranza allo sforzo, tachicardia, ipotensione, polso
alternante, ridotta pressione differenziale, compromissione del sensorio, ecc). L’evoluzione a shock
cardiogeno è di solito causata da un’infarto miocardico e si manifesta con ipotensione arteriosa
associata a segni di ipoperfusione tissutale quali estremità fredde e marezzate, obnubilamento del
sensorio ed oliguria fino all’anuria.
E’ comunque importante rilevare che almeno il 20% dei pazienti con disfunzione ventricolare
sinistra (frazione di eiezione inferiore al 40% valutata mediante ecocardiografia) è asintomatico e
non presenta segni clinici di insufficienza cardiaca.
Gli stadi clinici dello scompenso cardiaco in base ai sintomi sono riportati in tabella 1, secondo la
nuova classificazione dell’ American College of Cardiology (ACC) e American Heart Association