Il rapporto attività fisica e stato di salute

Il rapporto attività fisica e stato di salute

È unanime il consenso nel ritenere che praticare un’attività fisica (AF) regolare porta a risultati molto
positivi sulla stato di salute, sia dal punto di vista preventivo che riabilitativo. Ma qual’è la quantità di
attività da svolgere per raggiungere tali risultati? L’interrogativo rimane sempre tale se l’attività fisica
non è prescritta, qualificata e supervisionata in modo da poter interpretare l’intensità e il volume
dell’esercizio nel contesto della relazione dose-risposta. Per comprendere a fondo il rapporto che passa
tra salute e AF occorre definire le modalità con la quale quest’ultima viene svolta; cioè va organizzata
e stabilita l’intensità, la frequenza, la durata della seduta e l’adeguato recupero per il raggiungimento
del benessere psicofisico di ciascuna persona. Purtroppo convincere una persona sedentaria verso l’AF
è uno dei compiti più difficili del Diabetologo in quanto viene è richiesta una modifica del
comportamento e dello stile di vita del paziente. Non solo, ma i risultati più incoraggianti dipendono
anche dalla presenza di medici entusiasti e motivati a impegnarsi in un rapporto più complesso rispetto
all’atteggiamento routinario di tipo solo prescrittivo. La gratificazione del medico deriva, in buona
parte, dalla gratitudine del paziente che ha conquistato una migliore qualità di vita. Dunque la
motivazione, a partire dal primo colloquio, rappresenta un momento cruciale; in particolare, la
comunicazione verbale dovrà portare ad un convincimento del paziente che i benefici attesi dalle
modificazione dei comportamenti siano superiori agli svantaggi (sacrifici) visualizzati. È chiaro che la
scelta dell’attività fisica deve trovare l’adesione del paziente ed è condizionata dall’età e dalle
condizioni fisiche. Per i soggetti di età superiore ai 60 anni o con patologia cardiovascolare
concomitante è opportuno e prudente percorrere a piede un tratto pianeggiante di circa 3-4 chilometri
ogni giorno o in alternativa pedalare su una bici da camera per 40-50 minuti. Tali attività richiedono un
modesto impegno cardiovascolare che non rendono necessario un controllo della frequenza cardiaca,
ma sono sufficienti per migliorare l’assetto lipidico che associato a un corretto regime dietetico,
comporta, a lungo termine, un modesto ma costante calo ponderale.
Per i più giovani senza problemi cardiovascolari è da preferire un piano di attività più impegnativo
scegliendo tra gli sport con caratteristiche esclusivamente aerobiche. A seconda delle preferenze
individuali è possibile scegliere tra podismo, ciclismo, ginnastica aerobica o a corpo libero.
Attività fisica e diabete trattato con insulina
È chiaro che la pratica dell’esercizio fisico svolto con regolarità richiede degli adeguamenti da parte dei
soggetti trattati con insulina. Le linee guida al riguardo suggeriscono quanto segue:
Controllo metabolico prima dell’esercizio:
§ evitare l’esercizio se i livelli glicemici a digiuno sono > 250 mg/dl;
§ usare molta cautela se i livelli della glicemia a digiuno risultano > 300 mg/dl ed è assente la
chetonuria;
§ ingerire dei carboidrati se la glicemia a digiuno risulta < di 100 mg/dl. Monitoraggio glicemico prima e dopo l’esercizio: § Imparare ad identificare il momento in cui diventa necessario modificare il dosaggio insulinica o il consumo di cibo; § imparare ad identificare come varia la risposta glicemica in rapporto al tipo e all’intensità dell’esercizio fisico. Consumo di cibo: § Imparare a conoscere la quantità necessaria di cibo di carboidrati per prevenire l’iperglicenia; abituarsi a tenere con sé alimenti ricchi di carboidrati utilizzabili sia durante che dopo gli esercizi. Attività fisica e diabete di tipo 2: È noto che l’esercizio fisico tende a migliorare la sensibilità insulinica e a ridurre i livelli plasmatici di glucosio verso valori vicino alla norma, svolgendo in tal modo un ruolo terapeutico sia nelle persone con diabete che in soggetti predisposti. Tuttavia, è necessaria un’attenta valutazione da parte di un Team prima di avviare tali soggetti ad una corretta pratica dell’attività fisica. Un’accurata valutazione medica e fisica deve tener conto di tutti quei segni o sintomi di quelle patologie che possono colpire cuore, vasi, occhi, reni e sistema nervoso. Numerose ricerche dimostrano come l’apprendimento in gruppo abbia prodotto risultati più efficaci; il successo è spesso legato ad un clima di armonia, alla condivisione dello stesso scopo associato all’idea di un aiuto reciproco, di collaborazione, di rispetto per l’altro magari in situazione di confrontocompetizione.