Parliamo di insulina

La somministrazione: un gesto quotidiano da svolgere con la necessaria
accuratezza
EFFICACIA E TIPOLOGIE DELLE INSULINE

Altre volte ci siamo occupati dell’argomento affrontando alcuni aspetti della tecnica e delle
norme igieniche cui attenersi nell’uso dell’ago. Con questo articolo vogliamo fornire alcuni
elementi da seguire quando si passa all’iniezione dell’insulina. Sappiamo che l’annuncio del
Diabetologo che prescrive per la prima volta questa somministrazione determina qualche
“sbandamento” nel paziente, conscio che questo passaggio comporterà alcuni
condizionamenti e limitazioni nella sua quotidianità.
Da parte del Team Diabetologico è quindi richiesta una certa “delicatezza” ed attenzione nel
momento in cui il paziente viene «introdotto» a detto trattamento. Anche per renderlo
conscio che l’insulina ha trasformato il diabete da malattia mortale a malattia gestibile, in
quanto consente di raggiungere e mantenere una concentrazione ottimale del glucosio nel
sangue (glicemia). Una glicemia troppo bassa (ipoglicemia) risulta dannosa a carico del
cervello, che reagisce ponendo in essere alcuni lampeggianti, quali sudorazione, senso di
sbandamento, tremori, irritazione e nervosismo. Viceversa, l’eccesso di glucosio nel sangue
(iperglicemia) porta a stati di disidratazione, sopore, coma diabetico; inoltre, un eccesso
prolungato nel tempo danneggia le arterie e i capillari aumentando il rischio cardiovascolare
e influendo pesantemente su alcune patologie specifiche (retinopatia, nefropatia, neuropatia,
disfunzione sessuale). Un buon compenso glicemico, ovviamente, riduce e allontana tali
fattori di rischio. L’assunzione di insulina tende a mimare le funzioni del pancreas; le dosi
sono suddivise in Unità (internazionali) con un fabbisogno e un numero di iniezioni che varia
da persona a persona a seconda della sua insulinoresistenza, dell’esercizio fisico praticato e,
più in generale, dello stile di vita condotto: dunque, una terapia standardizzata per tutti non
esiste. Tecniche molte avanzate consentono oggi di riprodurre perfettamente l’insulina
umana e di modificarla, come accaduto per i cosiddetti “analoghi”, in modo da regolarne la
durata di azione cioè il momento in cui il farmaco inizia il suo effetto. Anche in questo caso i
tempi indicati hanno margini di variazione soggettive. Vediamo le tipologie:
§ analoghi dell’insulina ad azione ultrarapida. Fanno effetto subito ed esprimono la loro
forza massima da 1 a 3 ore dopo l’assunzione;
§ insuline umane ad azione rapida. La loro azione inizia dopo 30 minuti circa ed il picco si
raggiunge entro le successive 3 ore, mentre l’efficacia si esaurisce dopo le 5-6 ore;
§ insuline umane ad azione intermedia. Agiscono dopo 2-3 ore dalla somministrazione con
un picco entro le 4-6 ore, terminando nelle 8-12 successive;
§ insuline umane ad azione lenta. Solitamente vengono utilizzate per la ‘copertura’
notturna ed iniziano ad agire entro le 4 ore. Estendono la loro azione per 6-8 ore ed
oltre;
§ analoghi dell’insulina ad azione lenta. Viene detta anche Gargline; la sua
caratteristica è di non presentare i “picchi” e, quindi, la sua concentrazione nel sangue
rimane stabile anche 24 ore. È opportuno monitorare la glicemia più volte al giorno
segnalando al Diabetologo gli eventuali valori contraddittori di iper o ipoglicemie.
L’USO DELLA PENNA